Da qualche anno ad oggi, sembra aumentare in maniera
esponenziale, il numero di genitori che si rivolgono a specialisti per problemi
di comportamento del proprio figlio. Spesso arrivano al primo colloquio con il
professionista, visibilmente scoraggiati, come a dire “Le abbiamo provate
tutte”. Che cosa accomuna i bambini con difficoltà di autoregolazione? Pur
provenendo da famiglie molto diverse, dal nord al sud Italia, possiamo
individuare elementi comuni che caratterizzano questi bambini:
- Hanno un bassa soglia di tolleranza alla frustrazione; passano da uno stato emotivo di relativa tranquillità a scoppi di rabbia, in risposta a semplici ordini ricevuti
- Si oppongono anche a semplici attività quotidiane, quali fare i compiti, andare a letto, lavarsi i denti
- Infrangono spesso le regole date dagli adulti
- Presentano uno scarso autocontrollo fino al punto di rompere o lanciare oggetti, strappare le pagine del quaderno o dei libri
- Bisogna ripetergli più volte di fare o non fare una cosa
- Difficilmente riescono a mantenere l’attenzione su un compito o un’attività per tempi adeguati alla loro età
- Sembrano “motorizzati”, sono in continuo movimento
Possiamo rappresentare la gravità del problema su una linea
continua dove ad un estremo troviamo le caratteristiche sopra elencate che si
presentano con una certa frequenza, ma in forma lieve, quindi anche se a
fatica, i genitori riescono comunque a gestire il bambino. Sull’altro estremo
non parliamo più di difficoltà, ma di disturbo. I disturbi di comportamento si
dividono in tre sottocategorie che in termini clinici, sono denominati:
Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP), Disturbo della Condotta (DC) e Disturbo
da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD). Sono bambini che presentano
marcate difficoltà comportamentali in tutti i contesti di vita; casa, scuola,
situazioni sociali. Si definisce disturbo in quanto tale comportamento
compromette le loro relazioni sociali, incide negativamente sul rendimento
scolastico, dà origine ad una mancanza di adattamento alle situazioni
quotidiane.
Quali sono le cause:
- Fattori neurobiologici. Recenti studi hanno messo in evidenza nei bambini con DOP e ADHD un’alterazione nel funzionamento dei lobi frontali del cervello che è la parte del sistema nervoso che controlla la nostra impulsività, e di conseguenza organizza e pianifica i nostri comportamenti in maniera funzionale.
- Il temperamento. La tendenza, geneticamente determinata, a reagire a situazioni ambientali secondo determinate modalità.
- Le modalità educative dei genitori. Il contesto educativo in cui vive il bambino con problematiche comportamentali è caratterizzato da genitori che spesso inviano messaggi incoerenti al proprio figlio. Ad esempio un genitore consente di fare al bambino quello che l’altro genitore vieta. Possono vivere in famiglie molto permissive o al contrario, troppo coercitive e rigide nell’educazione.
- Gli stress ai quali la famiglia è sottoposta. Consideriamo sempre che il bambino vive in un sistema; il sistema famiglia e non in un vuoto ambientale. I principali fattori stressanti familiari sono: lutti, traslochi frequenti, difficoltà economiche, conflitti e tensioni nella coppia genitoriale.
A dare origine al problema può essere un unico fattore o più
fattori che insieme concorrono ad alimentare i problemi comportamentali del
bambino.
In fase di diagnosi, è sempre bene fare un’analisi
approfondita del “funzionamento” del bambino in tutti i contesti di vita,
soprattutto a scuola. Se parliamo di difficoltà di comportamento (non di
disturbo), con buona probabilità l’iperattività e/o la disubbidienza del bambino, non sono altro che
l’espressione di un disagio. Sarà compito del clinico “leggere” quale malessere
il bambino sta comunicando attraverso il sintomo. È importante sapere che per i
bambini, il canale comunicativo privilegiato, è quello comportamentale, al
contrario di noi adulti che invece privilegiamo la comunicazione verbale, per
mezzo delle parole. Molto spesso il bambino iperattivo è un bambino che sta
male, portatore di una sofferenza psicologica
e mette in atto delle “difese di adattamento” per ridurre la tensione e
l’angoscia che sperimenta.
In un secondo articolo vedremo “Cosa fare?” con i bambini
che presentano difficoltà di comportamento.
Dott. Claudio Granata
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