Queste di solito sono le ultime frasi di fine giornata che
mamma e papà dicono ai loro figli, per poi allontanarsi dalla cameretta,
ritornare in cucina e finire di sistemare i piatti e le stoviglie della cena.
Finalmente, quando i bambini si sono addormentati, arriva il momento in cui gli
adulti possono ritagliarsi un breve spazio solo per loro, per poter guardare la
TV, leggere un libro o prepararsi per la notte in tutta tranquillità.
In molte famiglie però non va proprio così; per molti
genitori il momento di portare a letto i propri figli non è sempre un rituale comune e sereno come
quello descritto sopra, anzi a volte diventa una vera e propria “lotta”
attraverso la quale il bambino tenta disperatamente di prolungare il momento
della veglia e soprattutto tenta di tenere vicino a se uno dei due genitori,
con la richiesta di un ultimo abbraccio o un’ultima storia da raccontare. Alcuni
bambini esprimono verbalmente il timore di rimanere soli al buio; nelle fantasie
dei bambini l’oscurità può nascondere mostri di ogni forma e colore o fantasmi
pronti a spuntare appena si spengono le luci.
I bambini che hanno paura del buio esprimono tutte le sere i
loro timori; ogni volta che il papà o la mamma tentano di spegnere la luce, la
paura di rimanere da solo al buio, cresce ancora di più. La resa dei conti si
risolve con uno dei genitori che si addormenta nel lettino, o peggio, accoglie
il bambino nel lettone che invece dovrebbe “appartenere” solo ed esclusivamente
alla coppia.
Bambini che hanno paura del buio, quando scende la sera,
potrebbero chiedere a un genitore di accompagnarli in bagno o in altre stanze
della casa, nonostante abbiano la possibilità di accendere loro stessi la luce.
Vediamo adesso di comprendere cosa realmente spaventa i
bambini, come comportarci e cosa fare con loro per aiutarli a superare la
paura.
La paura del buio si
manifesta in genere tra i 2 e i 7 anni di età e fa parte del normale processo
di crescita, ma è importante sapere come affrontarla per ridurla e fare in
modo che non interferisca con il regolare ritmo sonno-veglia il quale,
inevitabilmente condiziona tutti gli altri aspetti di vita del bambino:
dall’umore del giorno dopo, fino ad arrivare alla capacità di concentrazione a
scuola. Se non affrontata in maniera giusta, il rischio è che la paura del buio
si protragga ben oltre i 7 anni d’età.
Il buio rappresenta
per il bambino la perdita dei punti di riferimento sia affettivi “non vedo
più mamma e papà”, sia contestuali (i giochi e gli oggetti utilizzati di giorno
dal bambino e quindi caricati affettivamente, vengono inghiottiti
dall’oscurità). Il bambino inizia così a
percepire la propria vulnerabilità, sperimenta il timore di essere abbandonato,
avverte il timore di perdere dei riferimenti.
La paura del buio in alcuni casi, può condensare ed
esprimere tensioni familiari, modalità relazionali con un genitore troppo
ansioso e soffocante. Il timore dell’oscurità può rappresentare, inoltre, un
contenitore nel quale il bambino canalizza emozioni quali rabbia ed
aggressività.
Cosa fare?
In presenza di un figlio che manifesta la paura del buio, è
importante seguire alcuni punti: non
banalizzare il suo timore, ma accogliere il suo stato d’animo e spiegare
che è normale avere delle paure, così come le hanno mamma e papà. Non
obbligarlo a stare al buio, ma acquistare una piccola lampada che possa
illuminare un angolo della cameretta. Esorcizzare la sua paura attraverso
storie e racconti di personaggi che hanno superato una difficoltà. Fare un
gioco di pochi minuti, prima di andare a letto, particolarmente gradito al
bambino, così da indurre in lui uno stato d’animo positivo prima di coricarsi.
Infine, si consiglia di consultare un esperto in alcuni casi
particolari, quali: la paura perdura per diverse settimane e sembra crescere
con il susseguirsi delle notti; il bambino manifesta altre paure oltre quella
del buio; la paura permane o si manifesta ben oltre i 7 anni d’età.
Dott. Claudio Granata, Dott.ssa Fabiola Elia
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